Il peggio Tartaro profondo, l'”inferno dantesco” della letteratura, se vogliamo, cono d’ombra creato dall’Idea del Non-Essere, esiste anche nella nostra Tradizione, e non è certo identificabile con questa nostra Terra, con la Materia, che per quanto densa e “bruttina”, è comunque immagine e somiglianza del Divino, retta ed ordinata dal Demiurgo (che non è il Supremo, e quindi può “sbagliare”), animata da un’Anima, vegliata dagli Dei sensibili e dagli Arconti celesti, tutta pervasa di Geni e Spiriti, costantemente “salvata” e riplasmata dall’Amore divino, di cui l’Uomo spirituale è agente primario.
L'”inferno” non è esattamente quello che sostiene una certa forma superstiziosa diffusa in varie religioni moderne, ma esiste eccome, ed ogni negazione profonda del Principio Divino ne spalanca le porte, e lo scatena nel mondo.
L'”imperfezione” della Materia, è tale soltanto in confronto al Principio Primo, non è assoluta; ciò la rende un campo di battaglia, tra l’Idea dell’Essere e l’Idea del Non-Essere, che non esiste ma, avendo noi capacità di scelta, può manifestarsi come terribile e distruttiva “forza apparente”.
In fisica non esiste il “freddo”, esiste però l’assenza di calore. Il Male è esattamente questo. La sua non-esistenza oggettiva, come quella del “freddo” nella fisica moderna, non ne esclude la reale percezione, manifestazione e non esclude che sia possibile studiarne la fenomenologia.
Il freddo potrà anche “non esistere”, ma lo avvertiamo, e accendiamo Fuochi contro di esso.
Sul piano ‘invisibile’, sottile, questi stessi Fuochi, accesi con consapevolezza, intenzione e Fides, sono il richiamo per tutto ciò che di Luminoso dimori sopra, attorno e dentro di Noi, sono la manifestazione fisica e tangibile di Forze ed Enti che ristabiliscono la centralità dell’Essere ovunque ci sia stata una hybrida e gigantica negazione di esso.