Ricordiamo che da calendario lunare tutti i giorni dal pomeriggio di Sabato 15 fino a Domenica 23 compresa, sono dedicati al culto dei defunti, gli Dei Mani, e alla conclusione dell’Anno Sacro romano-italico. Nella Roma antica i focolari venivano spenti, in primis il Fuoco di Vesta; nell’Aedes Vestae le Vestali procedevano quindi alla pulizia profonda del sacello, in vista della riaccensione rituale, che avveniva con le Calende di Marzo (la prima Luna Nuova del mese); con il nuovo Fuoco pubblico si riaccendevano quindi tutti i focolari domestici, in modo analogo a quanto i Galli, invece, facevano nel mese di Novembre con le feste di Samonios, antenate delle feste dei morti del nostro calendario moderno
E’ buon costume visitare le tombe di parenti ed amici nei cimiteri e recargli piccole offerte: fiori e lumi accesi ma anche, se si volesse continuare una tradizione antichissima, farina di farro con sale, latte o vino. Per i propri Avi ignoti, di cui non si sa più dove siano sepolti, venivano lasciate offerte su vecchie tegole e lasciate nei crocicchi, da sempre associati agli Avi defunti, Mani o Lari che fossero. Il giorno in cui le offerte si intensificavano era il nono ed ultimo della serie dei Parentalia, il 21° del mese (lunare o solare che fosse) oppure, nella nostra interpretazione basata sulle fasi lunari effettive, il nono dopo quello di Luna Piena compreso, ossia nel nostro caso Domenica 23.
Nelle case private è anche occasione di purificazione, tramite acqua salata, zolfo, incenso, erbe purificanti. A queste purificazioni era preposto Fauno-Silvano, il dio selvaggio causa del ‘disordine’ invernale da cui poteva ristabilirsi l’ordine naturale dei mesi con il ritorno del Sole e di Marte alle Calende e l’imminente ritorno ai lavori agricoli, alla stagione attiva e, quando richiesto, anche della guerra. La ‘normalità ‘ ritorna il giorno immediatamente successivo, con i Caristia (quest’anno 24 Feb. per noi, oppure 22 giorno del mese), dove è opportuno purificare la casa, offrire candele accese, incenso e vino ai Lari Domestici e al Genio della Casa e organizzare un banchetto con tutti i parenti viventi, evitando discussioni e litigi. Il giorno ancora successivo, nel nostro caso il 25 Febbraio, si offriva invece a Terminus (dio pan-italico dei confini) e ai Lari della proprietà esterna, per chi ne possedesse una. Queste feste private, le ultime del mese e dell’anno, fanno da preludio alle Calende di Marzo, inizio dell’anno Romano ancora oggi celebrato con fuochi, festeggiamenti, scongiuri e canzoni in molte culture regionali ed europee (Veneto, dove è ancora il Capodanno, Trentino, Romagna con il Lòm a Mèrz, i fuochi di Marzo, di cui omologhi furono innalzati fino a poco tempo fa persino in Francia).
Questo periodo, di contatto con i propri Avi e di purificazione, deve anche essere un periodo di riflessione, interiorizzazione e “rimozione delle scorie” per tutti coloro che intraprenderanno il cammino del Culto Domestico del proprio Focolare consacrato: alle Calende è di ottimo augurio riaccendere il proprio Fuoco, o accenderlo per la prima volta (in realtà non far altro che materializzare qualcosa che già Esisteva, latente…), ma per farlo occorre, di anno in anno, interiorizzare il proprio rapporto con gli Avi e la Tradizione e rimuovere tutte le scorie dei personalismi, delle ossessioni, dei giochi di ruolo, delle ansie e delle paure a cui questa società distante dalla Pax Deorum ci ha resi ormai assuefatti.